"Tutti i personaggi che popolano il mondo fantastico di Barbara G.C., sono ‘tipi’ esseri ben definiti, non semplici visioni o di repertorio, bensì caratterizzati. Come Renoir essa riprende l’animismo della sua realtà.
Le sue composizioni sono aperte, dinamiche, libere da qualsiasi preconcetto nonostante la sapiente caratura prospettica. L’ottimo utilizzo del colore, sembra addirittura riprendere gli insegnamenti di Chévrel prima, ed Itten dopo.
L’artista è attirata da Cézanne, in particolare, e dagli impressionisti in generale; ma vede anche al di là di Signac e Seurat e del pointillisme e divisionismo italiano.
Stende il colore matericamente e quasi istintivamente ne rende immagini oniriche con una determinazione rasente l’idealismo astratto.
Estremamente colta la nostra artista suscita interesse emotivamente magmatico, le sue opere si inseriscono nei meandri dell’anima per estrapolare quella languente solitudine che popola tutti noi. Poi vi sono dipinti particolari, come le composizioni di fiori, oggetti su fondo scuro che riprendono le nature morte degli olandesi del XVII secolo e con una cura quasi ossessiva riprende le forme drammaticamente reali con tutta la creatività di una vera artista consapevole della sua maestria.
La pittura di Barbara Gatti Cocci è istintiva e spontanea per questo facilmente fruibile, essa riesce ad essere divulgativa nonostante i suoi grandi maestri all’epoca incompresi; grazie a questa peculiarità apre un pubblico vasto e appassionato."